Professione bibliotecario
(Claudio Travaglia)

Essere bibiotecario: ho voluto dedicare un post al lavoro della mia vita. Un lavoro che non avrei mai pensato di svolgere in considerazione della mia convinta formazione tecnica e scientifica ed alla mia indole di โ€œentrare nelle coseโ€ย perย capirneย i meccanismi.ย 
Unย โ€œmestiereโ€ย che miย รจ โ€œentratoย dentroโ€, nonostante le difficoltร  e la convivenza, non semplice, con le regole dellโ€™impiego pubblico. Regole, stringenti, soffocanti, che โ€œingabbianoโ€ lโ€™entusiasmo e la voglia di fare. Regole che, se non interpretate con il giusto spirito, rischiano di inaridire questa e le altre professioni. Ecco spiegato il motivoย  delle riflessioni che seguiranno. Riflessioni che, ritengo, ogni pubblico dipendente, dovrebbe fare per non lasciarsi trascinare nel grigiore del โ€œposto fisso e comodoโ€. Per non giustificare il non fare. L’obiettivo principe del dipendente pubblico รจ quello di dare servizi alla collettivitร , di inchinare la burocrazia ai propri obiettivi e non il contrario. di evitare, nel rispetto e nella lettura coscienziosa delle regole, โ€œgli alibiโ€ degli impedimenti normativi sempre piรน frequenti.

La biblioteca: un declino tra tecnologia ed indifferenza?

โ€œAlexa, come si chiama il tempio di Pompei?โ€ โ€ฆ Cosรฌ recita una popolare pubblicitร  televisiva. La risposta alla domanda รจ immediata e precisa: โ€œIl tempio di Apolloโ€ replica la voce, ovattata e rilassante, del noto Assistente vocale domestico.

Lโ€™informazione e la conoscenza si muovono sempre piรน sul โ€œfiloโ€.
Internet e le nuove tecnologie hanno rivoluzionato in pochi anni il mondo dellโ€™informazione mettendo a disposizione tra le mura domestiche strumenti dal potenziale infinito. Dallโ€™ariditร  delle fonti di consultazione, del passato, al fiorire di โ€œalberi informativiโ€  dai quali cogliere a piene mani.

In questo articolo non voglio perรฒ parlare di domotica, di informatica o tecnologia. Questa volta parlerรฒ di biblioteca.

Si avete, capito bene! Di biblioteca!Coloro che non lo sanno sappiano che ho trascorso 40 anni del mio esistere tra gli scaffali di biblioteca.

Ora vi racconto:

era l’ottobre 2019 che lasciavo il mio mondo: la biblioteca.

40 anni trascorsi tra piccole e grandi difficoltร , soddisfazioni e delusioni.

40 anni a plasmare un servizio di pubblica lettura nella comunitร  di Taio prima e Predaia poi.

40 anni trascorsi in un baleno ed un commiato con qualche rimpianto.

Ricordo con nostalgia i primi anni โ€˜80 e la โ€œfucinaโ€ del Sistema bibliotecario trentino.

Ricordo, con altrettanto piacere, un pilastro della cultura trentina, una figura indimenticabile che ha messo le fondamenta per il progresso intellettuale di una provincia: Guido Lorenzi.

Ricordo convegni, incontri, confronti che hanno formato una solida ed appassionata categoria di bibliotecari che amo definire con una punta di orgoglio: i โ€œcostruttoriโ€.

Ho imparato, in anni di lavoro, che biblioteca e cultura sono un binomio inscindibile. Quello del bibliotecario non รจ un semplice impiego bensรฌ una โ€œprofessioneโ€ o meglio; “un mestiere“.
Un mestiere che senti, che hai dentro.
Un mestiere che non ti fa mai sentire stanco od oberato, un mestiere che si inventa nel quotidiano, un mestiere che ti spinge oltre i confini dellโ€™immaginazione, che ti permette di modellare iniziative sempre piรน nuove e penetranti, che ti fa vivere con e per la comunitร  che ti circonda, che ti avvolge.

La biblioteca di Guido Lorenzi non รจ quella dellโ€™immaginario comune: un deposito di libri su alti scaffali polverosi, non รจ, o almeno non รจ solo un luogo per studiosi ed appassionati. Alexa, Internet e le nuove tecnologie stanno ampiamente colmando questo ruolo lasciando poco spazio al libro.
Non รจ un caso se da anni non si stampano piรน enciclopedie, i pilastri della divulgazione fino al sorgere del nuovo millennio.

Quale il ruolo della biblioteca in questo mondo in veloce divenire?
Un luogo obsoleto che ha fatto il suo tempo?
Lโ€™informazione รจ sul filo, il romanzo sul tablet!

No, cari signori, la biblioteca di Guido Lorenzi non รจ arsa!

La biblioteca vera รจ una cosa viva, che vegeta e che sui nutre di sapere e del bisogno di sapere dei suoi “fruitori“.

Il bibliotecario รจ il suo timoniere che la dirige nel mare agitato della conoscenza.

Il bibliotecario non รจ quello al bancone che distribuisce libri ed il responsabile di biblioteca non รจ il burocrate destinato a perfezionare incarichi a questo o quello per realizzare un’attivitร  o per organizzare un evento.

No! il bibliotecario, il bibliotecario vero, รจ colui che sa destreggiarsi nellโ€™oceano sterminato del sapere. Il bibliotecario sa muoversi con destrezza, consigliare, indirizzare e districarsi nei meandri sempre piรน fitti di unโ€™informazione non sempre genuina e disinteressata.

Il bibliotecario, impara a leggere il proprio territorio, a fare sintesi, a progettare e costruire attivitร , ad avere successo ed a patire delusioni.

Il bibliotecario non รจ il principe superbo ed altezzoso chiuso nella propria torre dโ€™avorio, la bibliotecaria non la principessa sui famosi legumi prigioniera della propria presunzione. No! Entrambi sono e devono essere con, e per la propria gente: i bambini, gli adulti, i colti ed i meno colti!

Solo cosรฌ la biblioteca รจ viva e fa vegetare lโ€™albero del sapere. I costruttori lentamente ad oltre 40 anni se ne stanno tutti andando.

La prima generazione degli “artigiani bibliotecari รจ quasi completamente a riposo. Negli anni si sono avvicendati nuovi bibliotecari con piรน e meno motivazioni. Il mestiere si รจ tramutato in impiego, la passione in burocrazia. Le norme sempre piรน stringenti, come lโ€™edera, avvolgono inventiva e fantasia.

Il bibliotecario sta morendo sostituito dal ragioniere a distribuire incarichi?

La biblioteca รจ finita?

No, la biblioteca รจ viva se il suo conduttore รจ vivo, se รจ motivato, se non si sente schiacciato ed oberato dal lavoro, se libera inventiva e fantasia.

Il libro, il sapere, su qualsivoglia supporto (carta, ebook, audioโ€ฆ) รจ un gioco, un gioco leggero ed รจ un gioco, un gioco leggero, saper amare a far amare il libro.

Il libro, Il sapere sono appagamento, sono soddisfazione, sono positivitร , sorriso, sono felicitร . La biblioteca con il suo bibliotecario il loro interprete.

Senza questo? Si, la biblioteca รจ arsa!

โ€ฆ e il naufragar mโ€™รจ dolce in questo mare โ€ฆ

P.S. ho usato il termine arsa, piuttosto desueto nel nostro linguaggio, per rendere lโ€™idea del dellโ€™arsura in contrapposizione al rigoglioso evolversi di un servizio pubblico che deve nutrirsi della voglia e della passione dei suoi interpreti. Arsa mi sembrava la parola giusta, pregna di significati.

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